Paesaggi immoti, atmosfere sospese : un occhio osserva come l’obiettivo di una macchina fotografica ed è pronto allo scatto con l’intento immediato di cogliere un dettaglio anche insignificante - apparentemente insignificante - di quel mondo reale che egli sta perscrutando. Non è il Nietzsche del «super-uomo» che entra in campo qui, bensì il Nietzsche che, contemplando visioni d’eternità, sostiene che queste siano una «solenne menzogna quale solo l’arte sa fare costruendo mondi irreali».
All’occhio fotografico subentra subito l’occhio artistico che sfalsa gli spazi, scambia le proporzioni, aumenta a dismisura un dettaglio sino a renderlo protagonista della scena adombrando il resto, ma questo processo è legittimo nel contemporaneo, perché si origina dalla pura immaginazione e si traduce in un puro gioco di forme.